Una nuova impresa, denominata Deep Space Industries, rappresenterà il salto nel mercato per l’estrazione di asteroidi. Una nuova avventura che aderirà alla compagnia Planetary Resources di James Cameron, la quale si propone di trasformare le risorse planetarie, appunto, in trilioni di dollari.
Come si legge sul sito Space.com, Deep Space Industries ha dichiarato di voler creare la “prima flotta al mondo di sonde commerciali per la prospezione degli asteroide“. L’impresa promette anche di sviluppare un “processo di innovazione per la produzione nello spazio“.
“Deep Space sta perseguendo un programma prorompente e piani di prospezione, raccolta e trasformazione degli asteroidi per il loro uso nello spazio e la prospettiva di poterne beneficiare sulla Terra“, ha riferito ancora la società. Ulteriori dettagli sono attesi per la giornata di martedì 29, in occasione di una conferenza stampa che si terrà presso il Museo di Santa Monica in California. Il briefing sarà trasmesso via Spacevidcast e YouTube.
Il CEO di Deep Space è David Gump, già protagonista di altri progetti riguardanti lo stesso obiettivo nello spazio. Basti ricordare LunaCorp che aveva lo scopo di mandare un rover sulla Luna o Trasformational Space, uno dei primi tentativi di commercializzazione degli sforzi della Nasa. Mentre il presidente della società è Rick Tumlinson, coinvolto nella fondazione dello Space Frontier Foundation ed altre imprese spaziali private come Space Diving e Orbital Outfitters.
Una delle domande chiave, però, riguarda il sostegno finanziario dell’impresa. Teoricamente, estrarre dal giusto tipo di asteroide potrebbe produrre metalli preziosi che varrebbe la pena inviare a Terra; si parlerebbe di minerali come il platino, l’oro ed altri estremamente rari sul nostro pianeta. Alcuni asteroidi contengono anche ghiaccio d’acqua che può essere convertito in combustibile ed essere utilizzato come rifornimento per i viaggi nello spazio. Nelle giuste condizioni, tali risorse potrebbero valere migliaia di miliardi di dollari l’anno. Ma ne occorrerebbero molti altri per identificare e sfruttare tali risorse.
Per coprire tali costi, Planetary Resources starebbe coinvolgendo un interessante gruppo di investimento. Nomi del calibro di Larry Page di Google ed Eric Schmidt, Executive Software; e ancora l’astronauta Charles Simonyi e il miliardario texano Ross Perot Jr. e il facoltoso capitalista della Silicon Valley Ram Shriram. Planetary Resources avrebbe anche un piano aziendale che mira a mettere in vendita i telescopi spaziali Arkyd. E sarebbe questo il suo primo passo verso la raccolta fondi.