Anche su Venere c’è l’arcobaleno. A fotografare il particolare fenomeno su uno dei pianeti più vicini alla Terra è stata la sonda Venus Express dell’Agenzia spaziale europea, che orbita attorno ad esso.
Si tratta di un fenomeno tipico del pianeta, noto anche come “glory – gloria”, che proprio come l’arcobaleno che vediamo dalla Terra, si verifica quando la luce splende sulle goccioline d’acqua (nel caso del nostro pianeta) presenti nelle nubi.
Le Glorie si vedono solo quando l’osservatore si trova direttamente tra il Sole e le particelle delle nuvole che ne riflettono la luce. Sulla Terra, essi sono spesso visibili dagli aerei e sembrano circondare l’ombra del velivolo sulle nubi.
L’atmosfera di Venere contiene goccioline ricche di acido solforico. Da tempo gli scienziati europei erano a caccia di una gloria, e finalmente sono riusciti ad immortalarla in cima alle nubi di Venere, 70 km al di sopra della superficie del pianeta.
La “gloria” di Venere è stata fotografata dalla sonda Venus Express dell’Esa, mentre si trovava esattamente tra il Sole e le nuvole. Non una gloria da poco, ma una sorta di arcobaleno esteso per 1.200 km, osservato da oltre 6.000 km di distanza.
Da queste osservazioni, è stato stimato che le particelle della nube avessero un diametro di 1,2 micrometri, circa un cinquantesimo della larghezza di un capello umano.
Ma c’è qualcosa che gli scienziati non si aspettavano. Le variazioni di luminosità degli “anelli” della gloria osservata sono differenti rispetto a quelle attese per via della presenza di nuvole fatte solo di acido solforico miscelato con acqua. Per questo, è possibile che vi fosse qualche altro agente chimico ancora sconosciuto.