Un satellite russo ormai fuori uso si è frammentato in quasi 200 pezzi di detriti in orbita, costringendo gli astronauti della Stazione Spaziale Internazionale a rifugiarsi per circa un’ora. Questo incidente ha ulteriormente aggravato la già critica situazione dei detriti spaziali, come dichiarato dalle agenzie spaziali statunitensi.
Il satellite di osservazione terrestre russo Resurs-P1, dichiarato morto nel 2022, si è rotto senza che siano stati forniti immediatamente dettagli sulle cause. Il Comando Spaziale degli Stati Uniti, che traccia i detriti, ha comunicato che non ci sono minacce immediate per altri satelliti.
L’evento si è verificato intorno alle 10 del mattino ora locale (1600 GMT) di mercoledì. A causa dell’orbita vicina alla Stazione Spaziale Internazionale, gli astronauti a bordo sono stati costretti a rifugiarsi nelle loro navette spaziali per circa un’ora. L’ufficio della NASA per la Stazione Spaziale ha confermato che non ci sono stati danni.
La gestione dei detriti spaziali e i rischi per il futuro
Il Comando Spaziale degli Stati Uniti ha dichiarato che il satellite ha generato immediatamente “oltre 100 pezzi di detriti tracciabili”. Entro giovedì pomeriggio, la società statunitense di tracciamento spaziale LeoLabs aveva rilevato almeno 180 pezzi.
Eventi di questo tipo sono rari ma preoccupanti, poiché lo spazio si sta riempiendo di reti satellitari essenziali per la vita quotidiana sulla Terra, dai servizi internet e di comunicazione alla navigazione di base. La rottura del satellite è avvenuta a circa 220 miglia (355 km) di altitudine, in un’orbita bassa dove operano migliaia di satelliti.
LeoLabs ha stimato che ci vorranno settimane o mesi prima che il pericolo causato dalla nuvola di detriti si esaurisca. Attualmente, ci sono circa 25.000 pezzi di detriti più grandi di 10 cm in orbita, generati da esplosioni o collisioni di satelliti. Questi detriti aumentano il rischio del fenomeno Kessler, dove collisioni tra satelliti e detriti possono creare ulteriori detriti, incrementando esponenzialmente i rischi di collisione.
Incidenti precedenti e gestione dei satelliti defunti
Nel 2021, la Russia aveva suscitato critiche quando aveva distrutto uno dei suoi satelliti defunti con un missile anti-satellite, creando migliaia di pezzi di detriti orbitali. Questo test era avvenuto poco prima dell’invasione russa dell’Ucraina.
Il satellite Resurs-P1, decommissionato nel 2021 per guasti agli apparati di bordo, stava già diminuendo la sua altitudine per un rientro atmosferico. Tuttavia, non c’è stata alcuna indicazione che la rottura fosse dovuta a un missile, secondo l’astronomo Jonathan McDowell. Piuttosto, è più probabile che un problema interno, come del carburante residuo, abbia causato l’esplosione.
Quando i satelliti non sono più in uso, rimangono in orbita fino a rientrare nell’atmosfera terrestre, oppure vengono spostati in un’orbita cimiteriale a circa 36.000 km dalla Terra per ridurre i rischi di collisione.
Gli astronauti della ISS sono stati allertati dal controllo missione della NASA a Houston per eseguire procedure di “rifugio sicuro”, in cui ogni membro dell’equipaggio si rifugia nella navetta spaziale con cui è arrivato in caso di emergenza. Dopo circa un’ora, sono tornati alle loro attività normali.
L’incidente sottolinea l’urgenza di stabilire un meccanismo internazionale per la gestione del traffico spaziale, attualmente inesistente, per evitare future collisioni e possibili conflitti spaziali.