Ci ha tenuti a lungo col fiato sospeso, temevamo come una sorta di fine del mondo la caduta dei frammenti del satellite dismesso Uars, ma per fortuna alla fine non è successo niente e i frammenti del rottame spaziale sono finiti nel Pacifico. Fine della storia? Non proprio. Un altro satellite, questa volta di produzione tedesca, pare stia precipitando ancora una volta sulla Terra: Si chiama ROSAT e dovrebbe essere un tantino più rischioso del precedente.
Intitolato al fisico tedesco Wilhelm Röntgen, il satellite venne lanciato il 1° giugno 1990 da Cape Canaveral e rimase al lavoro fino al febbraio del 1999. Lanciato con lo scopo di studiare i raggi X, la sua orbita è andata piano piano decadendo dopo che è stato dismesso. Fino a fine ottobre, quando piomberà definitivamente sulla Terra. Ancora una volta non si sa con precisione dove e quando, ma si suppone che, anche se parte del satellite, che pesa 2,4 tonnellate, si distruggerà a contatto con l’atmosfera, qualche frammento potrebbe ‘salvarsi’. E potrebbe trattarsi di oggetti di 400 kg.
Per rendere l’idea, basti considerare che i rischi connessi alla caduta di Uars erano stimati a 1 su 3.200. Diversamente con Rosat sono saliti a 1 su 2.000. Andrea Schütz, portavoce dell’Agenzia spaziale tedesca DLR ha spiegato a tal proposito: “Un più alto margine di rischio dipende dai requisiti dei sistemi a raggi X nello Spazio. Gli specchi del veicolo spaziale furono realizzati per resistere al calore che avrebbe potuto compromettere le operazioni di rilevamento a raggi X del telescopio durante i suoi otto anni di vita lavorativa. Ma ciò significa che questi specchi resisteranno molto più facilmente all’ardente rientro“, ha concluso Schütz.
A ciò va aggiunto che il rientro del satellite non potrà in alcun modo essere controllato visto che è privo di sistemi di propulsione.
Attendiamo ulteriori notizie, augurandoci che anche questa volta il satellite ci risparmi