Cern, i neutrini non avrebbero affatto superato la velocità della luce. Smentita dunque l’impresa dell’esperimento Opera, che qualche mese fa aveva fatto impazzire gli scienziati di tutto il mondo. Il primato scoperto da Einstein dunque non verrà intaccato.
Secondo quanto ha rivelato in una nota la Collaborazione Opera, è emerso che due errori avrebbero inficiato i risultati emersi durante gli esperimenti effettuati lo scorso settembre e che avevano fatto pensare che per la prima volta nella storia la velocità della luce era stata superata dai neutrini, che stando a quanto riportato allora avevano viaggiato “ad una velocità di 20 parti per milione al di sopra della velocità della luce“.
Per calcolarlo in maniera più precisa possibile, erano stati utilizzati sofisticatissimi strumenti come sistemi GPS avanzati e orologi atomici. Ma alla fine i risultati ottenuti erano comunque errati, a causa di due errori connessi all’oscillatore e alla fibra ottica.
Spiega la nota: “La Collaborazione OPERA, nel corso delle verifiche dei risultati sulla misura della velocità dei neutrini, ha identificato due effetti che potrebbero sostanzialmente influenzare i risultati riportati. Il primo è legato all’oscillatore usato per produrre i ‘time-stamp’ degli eventi tra due sincronizzazioni col sistema GPS. Il secondo riguarda la connessione della fibra ottica che porta il segnale GPS al ‘master-clock’ del rivelatore”.
Ma in che modo tali fattori avrebbero influenzato il risultato ottenuto dal Cern qualche mese fa? “I due effetti possono modificare il tempo di volo dei neutrini in senso opposto“.
Ma gli scienziati impegnati nell’esperimento Opera non demordono e annunciano che a maggio ci riproveranno: “Nel continuare le investigazioni in corso, la Collaborazione intende realizzare una ulteriore misura della velocità dei neutrini appena un nuovo test con il fascio di neutrini ‘bunched’ sarà possibile nel corso del 2012“.
Ma Antonio Ereditato, il responsabile dell’esperimento Opera, si è difeso, spiegando che non è ancora tutto perduto: “Come abbiamo avuto i nostri dubbi all’inizio, li abbiamo ancora. Abbiamo lavorato intensamente per cerca la causa di questa anomalia” ha detto all’Ansa. “Abbiamo fatto, rifatto e ancora rifatto tutti i test possibili e ogni volta si imparava qualcosa di più. Abbiamo cercato a tappeto, esaminando tutti gli aspetti possibili, e alla fine abbiamo trovato due effetti“.
Intanto al Cern si attende a breve lo stop di due anni, una vera e propria rincorsa fino al 2015, per tentare una nuova impresa con l’Lhc, il famoso Bosone di Higgs.