Dove nascono i raggi cosmici? Quella che fino ad ora è stata una domanda senza risposta, finalmente è stata chiarita, grazie al satellite AGILE dell’ASI, impegnato nell’osservazione dell’universo e progettato per rilevare i lampi gamma di origine cosmica. I raggi cosmici proverrebbero dunque dalle esplosioni delle supernovae, che con la loro forza spingono a grande velocità la materia circostante.
Ma cosa sono i raggi cosmici? Si tratta di particelle ad alta energia che bombardano costantemente il nostro pianeta dall’universo più profondo. Da anni gli studiosi sono impegnati nello studio della loro origine, che fino ad ora era rimasta un mistero, da Walter Baade e Fritz Zwicky negli anni ’30 fino a Enrico Fermi e Vitaly Ginzburg negli anni ’50.
Nonostante i numerosi studi riguardanti le supernovae, non si era mai riusciti ad avere alcuna evidenza diretta dell’accelerazione di protoni visto che l’emissione di alta energia che si trova nei pressi di tali ammassi di stelle ormai alla fine del loro ciclo di vita, poteva anche essere spiegata con la presenza di elettroni. Ma grazie ad Agile, è stato possibile rintracciare la presenza di protoni accelerati.
Osservando la supernova W44, il satellite italiano AGILE ha scoperto nella banda gamma un’emissione che va attribuita a protoni accelerati che vengono a contatto col gas circostante, che hanno una potenza ben più elevata degli acceleratori cosmici utilizzati sulla Terra. Questo il commento di Andrea Giuliani, esperto dell’INAF-IASF di Milano e primo autore dell’articolo: “Siamo molto eccitati. Nel caso di questa sorgente molto interessante abbiamo potuto analizzare in grande dettaglio il segnale nei raggi gamma insieme all’emissione radio. Confrontando queste due emissioni, abbiamo verificato minuziosamente l’ipotesi che siano i protoni accelerati a produrre l’emissione gamma osservata e non gli elettroni. C’è stata di grande aiuto la ‘firma del pione neutro’ che è evidente dai dati di AGILE”.
Marco Tavani, Principal Investigator di AGILE, ha aggiunto: “Le caratteristiche spettrali di AGILE rendono possibile la rivelazione di raggi gamma proprio in corrispondenza delle energie a cui irraggiano i pioni neutri con una firma inequivocabile”. Occorerà adesso proseguire su questa strada per chiarire definitivamente cose accade e se la scoperta di oggi può influenzare altri elementi: “Altre analisi future sono necessarie per verificare se tali osservazioni siano in grado di spiegare anche altre proprietà dei raggi cosmici e la loro propagazione nella Galassia”.
“A dispetto delle sue piccole dimensioni” ha spiegato Enrico Flamini, Chief Scientist dell’ASI, “AGILE ha raggiunto un’ottima performance a costi molto bassi grazie alla sua tecnologia innovativa. Da questo punto di vista, AGILE ha mantenuto la sua promessa amplificata dalla sinergia con Fermi e dal ruolo importante che la comunità scientifica italiana e l’ASI giocano nelle due missioni”.