Pianeta 9: la sua assenza? “Statisticamente impossibile”

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Pianeta 9
@Wikimedia Commons

Pianeta 9, il misterioso “nono pianeta” che sembra giocare a nascondino nel nostro sistema solare, torna sotto i riflettori. Anche se non c’è ancora una prova definitiva della sua esistenza, nuove ipotesi scientifiche stanno riaccendendo il dibattito.

Gli astronomi hanno affrontato il problema da una prospettiva inversa, spiegando che l’assenza di un tale astro sarebbe”statisticamente impossibile“. Tuttavia, questo non dimostra ancora la sua esistenza.

Una scoperta ipnotica: cosa sappiamo su Pianeta 9?

Oltre otto anni fa, gli astronomi di tutto il mondo iniziarono a parlare di un ipotetico nono pianeta. Non era stato osservato direttamente; la sua “scoperta” derivava da modellazioni e simulazioni matematiche. Da allora, nessuno l’ha visto, rendendolo così ancora un’entità ipotetica.

Non sarebbe la prima volta che un pianeta viene scoperto attraverso calcoli. Fu così anche per Urano, Nettuno e Plutone. Quest’ultimo, però, è stato riclassificato come pianeta nano nel 2006, riducendo il numero di pianeti nel nostro sistema solare a otto: Mercurio, Venere, Terra, Marte, Giove, Saturno, Urano e Nettuno. Esistono vari modi mnemonici per ricordarli nell’ordine.

Nonostante gli anni trascorsi, Pianeta 9 continua a suscitare interesse senza apportare rivoluzioni significative dal 2016, poiché nessuno l’ha ancora osservato direttamente. L’unico modo per confermare ufficialmente la sua esistenza rimane un’osservazione visiva. Si può fare un parallelo con le onde gravitazionali, la cui esistenza era nota da tempo ma la cui osservazione diretta avvenuta nel 2016 ha rappresentato un vero cambiamento.

Il CNRS ha recentemente riportato uno studio che afferma che l’assenza di un tale astro sarebbe “statisticamente impossibile”. Gli scienziati hanno quindi ribaltato il problema: invece di cercare di dimostrare l’esistenza di Pianeta 9, hanno analizzato la sua assenza come improbabile.

La pubblicazione del 2016 sull’ipotetico nono pianeta ha sollevato molte domande, poiché si basava sull’analisi delle orbite degli oggetti transnettuniani, cioè quelli che orbitano oltre Nettuno. Tuttavia, questi oggetti sono pochi e gli effetti di selezione delle scoperte astronomiche non sono stati adeguatamente considerati, come dichiarato dal CNRS:

Non diciamo che non ci sia Pianeta 9, ma che l’argomento proposto non è abbastanza forte.

Jean-Marc Petit, astronomo, ha aggiunto:

Una decina di oggetti potrebbe non essere sufficiente per stabilire una statistica affidabile”, e sottolinea la difficoltà di modellare tutti i bias osservativi sottostanti.

Nuove simulazioni: con o senza Pianeta 9

Un gruppo di ricercatori, tra cui Konstantin Batygin, Alessandro Morbidelli, Michael Brown e David Nesvorný, ha deciso di concentrarsi sugli oggetti transnettuniani che incrociano l’orbita di Nettuno. Questi oggetti, essendo più vicini a noi, permettono misurazioni più precise e bias osservativi più facilmente modellabili.

Le simulazioni condotte hanno confrontato un sistema con e senza Pianeta 9, rilevando che senza di esso il tasso di oggetti che incrociano l’orbita di Nettuno è troppo basso. Con Pianeta 9, invece, i modelli riproducono molto meglio le osservazioni. Questi risultati derivano da dati raccolti su oggetti relativamente vicini, e confrontati con il mondo reale, suggerendo che la presenza di Pianeta 9 potrebbe spiegare meglio la nostra realtà osservativa.

La cautela degli scienziati

Il CNRS avverte che, nonostante questa nuova ipotesi sembri meno viziata rispetto alle precedenti, rimane ancora molto cauto. Sean Raymond e Jean-Marc Petit, pur riconoscendo la validità del lavoro svolto, sottolineano che ci sono ancora possibili bias non considerati. La scoperta diretta resta l’unico metodo certo per confermare l’esistenza di Pianeta 9.

Nel 2025, il telescopio Vera-Rubin (ex LSST) in costruzione in Cile potrebbe fare chiarezza. Questo telescopio osserverà metà del cielo ogni due o tre giorni con una profondità paragonabile a quella dell’osservatorio spaziale Hubble, come sottolineato da Sean Raymond:

È progettato per trovare oggetti scuri e in movimento nel cielo, come Pianeta 9.

Anche se non è garantito che la troverà, la mancata individuazione renderebbe difficile continuare a credere nella sua esistenza.