Fusione fredda. All’E-cat dice no anche il patent office degli Usa. Dopo il parere negativo dell’Europa, anche gli Stati Uniti sembrano non credere all’invenzione di Andrea Rossi, giudicata non sufficientemente dettagliata sui meccanismi e sulle metodiche. Forse il suo inventore non vuole rivelare la composizione del catalizzatore neanche al patent office?
“L’oggetto di questa richiesta di brevetto è contestato come inutilizzabile – si legge nelle motivazioni della decisione – In particolare non vi è alcuna prova nella scienza nucleare a sostegno della tesi che il nichel spontaneamente ionizzi il gas idrogeno e, successivamente, “assorba” il protone”.
Stando a quanto motivato dagli esperti del patent office dunque, Rossi non avrebbe fornito prove sufficienti per confermare la sua ipotesi, e in aggiunta non può citare altri esempi simili nella letteratura scientifica, perché di fatto non esistono. D’altronde l’inventore italiano ha sempre dichiarato che un magico catalizzatore risolverebbe il problema della fusione tra nickel e idrogeno, reazione tutt’altro che spontanea. Ma forse non ne ha scritto i dettagli sulla richiesta di brevetto.
C’è da dire che una richiesta di patent, dopo un’iniziale periodo di segretezza (che in Europa è di 18 mesi), diventa poi completamente pubblica in ogni sua parte, anche se la decisione finale non è ancora stata emessa. Quindi, in un contesto industriale, questo corrisponde di fatto a divulgare informazioni potenzialmente sensibili. Ed è probabilmente questo che Rossi non vuole. Anche perché le stesse osservazioni gli furono fatte dal patent office del nostro continente.
La decisione comunque è etichettata come ‘non definitiva’. Ci aspettiamo quindi una replica del richiedente.
Per consultare il testo della decisione, inserire sul sito del patent office Usa il Control Number 12736193, quindi cliccare sulla Transaction History e prendere visione della ‘Non-final rejection’ disponibile su ‘Image File Wrapper’.