Il programma di ricerca ITER, un esperimento di fusione nucleare internazionale il cui costo ammonta a diversi miliardi di euro, starebbe costringendo gli scienziati a concentrarsi esclusivamente sull’obiettivo fondamentale di produzione di energia entro il 2028. Di conseguenza, gran parte della ricerca considerata “non essenziale” ai fini del progetto, tra cui alcuni studi volti a meglio comprendere la fusione su scala industriale, sarà rinviata.
Un team di esperti è stato convocato per rivalutare il piano di ricerca del progetto alla luce dei ritardi di costruzione. I piani sono stati discussi questa settimana nel corso di una riunione dell’ITER’s Science and Technology Advisory Committee (STAC). L’obiettivo è quello di cercare di mantenere l’esperimento sulla buona strada per generare 500 MW di potenza da un ingresso di 50 MW entro il 2028.
ITER, destinato a diventare il più grande reattore termonucleare al mondo, è in costruzione a St-Paul-lez-Durance, nel sud della Francia. Esso riunisce gli sforzi di un team internazionale proveniente dall’Unione Europea, dalla Cina, dall’India, dal Giappone, dalla Corea del Sud, dalla Russia e dagli Stati Uniti. Il costo previsto di realizzazione è di 15 miliardi di euro. Cruciale, dunque, è raggiungere l’obiettivo. Ovvero quando il primo combustibile nucleare potrà essere iniettato nel reattore. Il carburante sarà un plasma di due isotopi pesanti dell’idrogeno, deuterio e trizio (DT).
Il piano di ricerca originale, risalente al 2010, prevedeva la costruzione dell’intero reattore entro il 2020. All’epoca, si ipotizzò che ITER potesse produrre il suo primo plasma, utilizzando l’idrogeno come carburante di prova. Tuttavia, il taglio dei costi e problemi di liquidità negli Stati membri hanno fatto sì che, sebbene il reattore sarà effettivamente operativo per allora, la consegna di alcune parti potrà essere ritardata di alcuni anni. Si tratta di alcuni dispositivi diagnostici per analizzare gli elementi del sistema di riscaldamento.
L’esito del riesame prevede di influire sui piani degli Stati membri. ITER, quindi, sarà modificato per soddisfare le priorità scientifiche fondamentali individuate nella revisione. STAC, infatti, corrisponderà programmi di consegna al piano di ricerca, in modo che questo non subisca ulteriori ritardi.
La probabile causa dei costi di alcune parti del piano di ricerca potrebbe essere il rinvio a dopo il 2028. Si tratta di esperimenti relativi alla comprensione delle migliori prestazioni del plasma e, con essa, una maggiore produzione di energia. Inoltre, altri test saranno volti al controllo delle alterazioni, che possono danneggiare la parete del reattore, e alle caratteristiche di stabilità e di energia dei plasmi.
“C’è stata una certa riluttanza nello STAC e nell’ITER Organization, a causa dei problemi tecnici di installazione“, afferma Alberto Loarte, capo della sezione pianificazione di ITER. “I risultati ottenuti sono stati molto positivi. Avevamo bisogno di rifare il programma con una logica coerente con il raggiungimento di un più veloce funzionamento del deuterio-trizio. Adesso dobbiamo affrontare la parte organizzativa, che non è semplice“, conclude.